venerdì 31 ottobre 2008

QUELLI CHE C'ERANO E NON C'ERANO

Ieri sono andato addirittura a manifestare per i tagli all'università. C'ero anch'io tra i "mille mila" nel corteo di ieri a Roma. In realtà, non ero così preso dall'entusiasmo e dal sacro fuoco della rivolta e della rivendicazione studentesca, anche perché il decreto Gelmini è bello che approvato e la legge che taglia 7-8 miliardi sta ancora lì. Prima di uscire, ho chiesto un po' in giro se c'era qualche amico, altrimenti non penso sarei uscito per farmi qualche chilometro a piedi in mezzo ad una folla di sconosciuti. Non avevo lezioni in programma, e quindi mi sono detto: usciamo, dato che solidarizzo con la protesta. C'era un po' quella strana e sottile voglia di esserci in un momento che è più o meno "storico", rimanendo però non totalmente coinvolti. Un po' come durante le proteste contro l'inaugurazione dell'anno accademico della "Sapienza" da parte del papa, mesi fa.
La sera prima un mio amico mi aveva messo la pulce nell'orecchio, parlandomi di questa mobilitazione che sta coinvolgendo moltissimi giovani e che non si era vista così da tanti anni.
Alla fine del corteo, arrivati stanchissimi davanti al ministero dell'Istruzione, verso le due, io e i miei amici ci siamo defilati verso un kebabaro da quelle parti.
Sostengo le ragioni della protesta, ma non ho mai bazzicato gli ambienti dei fricchettoni universitari che sono sempre in prima linea quando si tratta di protestare. Non sono mai stato coinvolto dai loro atteggiamenti, che spesso - diciamocelo - sfociano nella macchietta del ribelle scapigliato e terzomondista. Tutti i gruppi tendono in una certa misura al conformismo, in atteggiamenti, linguaggi e simboli radicati - e anche la trasgressione spinta alle estreme conseguenze può essere conformista: me ne faccio una ragione, in fondo certe cose le studio pure. Certo, a sentire gli abbottonati e stizzosi rappresentanti studenteschi (o presunti tali) di destra sembra di cadere dalla padella alla brace e uno arriva pure a rivalutare quelli della sinistra cosiddetta movimentista: in particolare, rimarrà storica per la sua pesantezza e antipatia l'esibizione di ieri sera ad Anno Zero di un saccente e aggressivo fuori corso di destra che parlava di piazze manipolate dalla sinistra e vedeva faziosità e angherie della sinistra ovunque. L'egemonia di Berlusconi sta facendo effetto: adesso abbiamo ufficialmente una prima generazione sottoprodotto del berlusconismo, apparsa e consacrata pure sui media. Se questo è il futuro, forse sono meglio le classiche "zecche".
Mi piace il fatto che questa protesta non sia affatto "settaria" come vorrebbero farla passare certi media e la destra: ho visto giovani di tutti i tipi, professori, lavoratori, uniti non da simboli o bandiere ma da semplice necessità di sopravvivenza, durante la manifestazione.
In fondo, mi commuove un po' l'onestà di un altro caro amico che mi ha inviato un messaggio ieri mattina (e che mi è arrivato mentre me ne tornavo all'università verso le cinque e mezza per una lezione): "Io nn so niente nn ho visto niente. Mo sto andando a seguire una lezione, ma nn so se er prof ce sta. Ormai la legge è passata, a ke minkia serve?". Che è la reazione di tanti che sono solidali con le ragioni della protesta. Questa è la vera maggioranza silenziosa, non quella che vorrebbero farci passare.

martedì 28 ottobre 2008

DOPO IL DILUVIO

In serata, acquazzone storico a Roma. E' uno di quei momenti in cui apprezzi davvero il fatto di avere un tetto sopra la testa, mura solide intorno e il calore conviviale della famiglia che ti circonda. Mi turba un pochino il solo pensiero che sarei potuto nascere qualche secolo fa, o qualche millennio fa, in balia degli elementi a guardare con terrore il cielo che scarica tutta la sua rabbia su questo piccolo pianeta, dove aleggiano nuvole come silenziosi e minacciosi cacciabombardieri inviati da dèi che giocano a Risiko. Io al cielo invece mi posso permettere di fare il gesto dell'ombrello - ché un ombrello serve sempre, soprattutto in certi casi. Eppure mi coglie nel profondo un che di kantiano "sublime dinamico", mentre il bombardamento di miliardi di gocce al secondo continua inesorabile e rimette in discussione il tutto, sconvolgendolo. E stare davanti alla finestra è come essere bambini e fissare ipnotizzati una tv che frigge e manda un ammasso impazzito di disturbi di sintonizzazione. Quando tutto finisce, si dirada la nebbiolina e viene fuori una Guernica in miniatura...

lunedì 27 ottobre 2008

POI COMINCIA ER TORMENTO DE LA SCOLA...

Stamattina mi sveglio tardissimo ed esco di casa per comprare alcuni libri per i corsi universitari. Giù e poi su (in salita!) per viale Ippocrate e dintorni. Già sono partiti 62 euro e rotti, per due libri degni di questo nome e un altro paio che hanno la consistenza degli opuscoli che ti infilano nella cassetta della posta. E' davvero ricominciato "er tormento de la scola" e mi toccherà ricominciare a studiare ufficialmente per i prossimi esami, in gennaio. Sempre a trottare. Ma in fondo è bello così: un cavallo o trotta, o viene tramutato in fettine et similia. Come non citare Giuseppe Gioacchino Belli e il suo sonetto La vita dell'omo?

sabato 25 ottobre 2008

OSSIMORI ITALIOTI

E' un periodo che mi sto intrippando con Facebook. Eh, lo so, sono entrato nel gorgo anch'io. Faccio uno dei tanti test, anzi due con lo stesso titolo: Quanto sei italiano.
Faccio il primo, un quiz di cultura generale e risulto "Patriotta Italiano" ("patriotta": espressione arcaica, ma corretta, a quanto vedo - oppure il tizio ha sbagliato a digitare la parola). Vengo paragonato a personaggio del calibro (è proprio il caso di dirlo) di Rocco Siffredi, prodotti come la pizza e il parmigiano. Addirittura potrei creare una lista mia alle prossime elezioni...
Faccio il secondo test, che è sullo stereotipo del "carattere" italiano: il risultato, pesante come un macigno, è Forse è meglio emigrare...
Potrei fare di mestiere uno dei tanti cervelli in fuga.

giovedì 23 ottobre 2008

DILEMMI TEOLOGICI ALLA FERMATA DEL BUS

Oggi pomeriggio, verso le cinque, mi incammino vero la fermata dell'autobus per andare all'università, mentre è pioviggina una pioggia grigia e l'aria non è molto invitante. Sto lì che aspetto con alcune persone, in standby (tradotto, farsi i fatti propri e ridurre l'attività cerebrale al minimo guardando come le mucche le varie auto che passano in strada). Ripeto, appunto, è un po' tutto grigio.
Ad un certo punto, sta per arrivare l'agognato mezzo che mi condurrà in quel dell'università ad assistere ad un'altra - l'ennesima - magnifica lezione di Diritto e un tizio, che ho dietro mi dice una cosa del tipo: "Certo che se Cristo torna mo' non trova nessuna da sposasse".
Io mi giro e per un attimo rimango interdetto, poi mi tuffo nella diatriba teologica, affascinato dalla sottile questione postami: "Perché?".
"Era troppo basso", fa sicuro lui.
Mi calo nella parte: "Mah, io sapevo che era alto, sa com'è, quando uno è alto si dice che è un cristone".
"No" continua "Era basso, in mezzo alla folla nemmeno lo riuscivano a vedere". Ormai è chiaro, è un esperto di patristica che ha profonda conoscenza dei classici cristiani. Origene? Tertulliano? Agostino? Dove avrà preso questa notizia?
"Come la gente dell'epoca, che in media era più bassa di adesso". Il problema è che sono entrato nel gorgo e cerco persino di trovare una spiegazione razionale alla cosa - brutto vizio tipicamente mio - ma lui dai massimi sistemi teologici torna sulla terra.
"Mo' le donne vogliono uomini alti un metro e novanta, co' un cazzo così" dice mimando con le mani una sleppa alla Rocco Siffredi, all'incirca - adesso non è che ho preso le misure precise "certo, magari pure uno basso magari ce l'ha così, ma è più difficile". Per fortuna arriva il bus e nel suo rombo si perdono le altre parole. Saliamo insieme, inghiottiti da quella scatoletta mobile, e ci separiamo.
Certo che pensare a Gesù che scende sulla Terra per trovarsi una moglie - manco fosse Eddie Murphy ne Il principe cerca moglie - e preoccupato per le sue eventuali dimensioni (di altezza e di altro tipo) è una cosa così estrema che nemmeno il mio scetticismo religioso la poteva partorire.

mercoledì 22 ottobre 2008

CARRI ARMATI ALLA SAPIENZA

Ormai le proteste contro il decreto Gelmini crescono. Oggi il clima all'università era strano, si respirava un qualche sentore di fibrillazione nell'aria. Manifesti e tazebao ovunque, lezioni all'aperto (ne ho beccate un paio), gente che sciamava per i corridoi dando volantini di protesta.
Stavo per tornare a casa e riuscivo a sentire il boato degli studenti che discutevano a Lettere oggi pomeriggio, anche se ero distante. Distante non solo fisicamente. E' un periodo che mi sento lontano dall'attivismo, dalle mobilitazioni in generale. Nulla contro, chiaro, sono solidale con le proteste, ma ho la testa da un'altra parte.
Forse mi sveglierebbero un po' solo i carri armati alla Sapienza. Ma, sentite le ultime dichiarazioni di Berlusconi, possiamo sperare anche in questo.

venerdì 17 ottobre 2008

Ecco l'ennesimo blog dove un tizio anonimo che ha poco da fare nei suoi momenti di pausa scrive cose discutibili e/o che interessano poco gli altri, dando sfogo alle sue frustrazioni, visioni, pulsioni.
Oggi è venerdì 17, di un anno bisestile: cominciamo bene. Ah, per la cronaca a Roma piove pure. Tranquilli, non sono scaramantico, tengo solo il bazooka a portata di mano per eventuali gatti neri. Tranne quello che ho in casa, chiaro.