martedì 28 ottobre 2008

DOPO IL DILUVIO

In serata, acquazzone storico a Roma. E' uno di quei momenti in cui apprezzi davvero il fatto di avere un tetto sopra la testa, mura solide intorno e il calore conviviale della famiglia che ti circonda. Mi turba un pochino il solo pensiero che sarei potuto nascere qualche secolo fa, o qualche millennio fa, in balia degli elementi a guardare con terrore il cielo che scarica tutta la sua rabbia su questo piccolo pianeta, dove aleggiano nuvole come silenziosi e minacciosi cacciabombardieri inviati da dèi che giocano a Risiko. Io al cielo invece mi posso permettere di fare il gesto dell'ombrello - ché un ombrello serve sempre, soprattutto in certi casi. Eppure mi coglie nel profondo un che di kantiano "sublime dinamico", mentre il bombardamento di miliardi di gocce al secondo continua inesorabile e rimette in discussione il tutto, sconvolgendolo. E stare davanti alla finestra è come essere bambini e fissare ipnotizzati una tv che frigge e manda un ammasso impazzito di disturbi di sintonizzazione. Quando tutto finisce, si dirada la nebbiolina e viene fuori una Guernica in miniatura...

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